La creatività è oggi riconosciuta come una qualità appartenente a tutti gli esseri umani, non solo ai “geni”. Come tale, non è questione di “tutto o niente”, ma è una risorsa di cui tutti dispongono e che può essere coltivata, promossa e sviluppata lungo tutte le età della vita. Indica in primo luogo una condizione di originalità e di libertà, e una capacità di esprimere se stessi in modo singolare e peculiare (Runco, 1999). Al tempo stesso, la creatività è una dimensione umana contrapposta a tutte le forme di omologazione sociale e culturale, al conformismo, per questo ha una posizione di rilievo nei programmi educativi perché l’educazione si propone di dare a ciascuno nel modo più completo tutti gli strumenti per diventare persona e per realizzare la propria umanità. Tuttavia, come tutti i concetti che ci affascinano, indica un fenomeno complesso e multiforme e non univocamente definito.

Alcuni ingredienti delle manifestazioni creative sono però abbastanza accertati: l’autoespressione o espressione di sé; l’immaginazione e l’invenzione di “cose” nuove, non in assoluto, ma relativamente a ogni individuo, e l’adeguatezza o appropriatezza di ciò che si crea al contesto e al compito (Sternberg Lubart, 1999). I bambini stanno a pieno titolo dentro questo mastello della creatività quando costruiscono, inventano, immaginano, risolvono problemi o, anche semplicemente, quando sviluppano un gioco di finzione, ma creatività e spontaneità non vanno confuse. La creatività si dà quando le forme della spontaneità e della volontà espressiva dei bambini si connettono con l’ambiente circostante, con le sue regole, con i suoi compiti e i suoi vincoli; e cioè quando i bambini riescono a usare le risorse e i vincoli del contesto, e a piegarli e risignificarli in una direzione funzionale ai loro intenti e alla loro volontà espressiva.

Quando usano gli oggetti immaginando che siano “altro” (la famosa scopa che diventa cavallo), quando usano i concetti appresi per acquisire e significare nuovi concetti (il “polso del piede” per indicare la caviglia), quando risolvono i problemi posti loro dal contesto o dal loro stesso gioco, utilizzando ciò che conoscono e convertendolo, attraverso l’immaginazione, in strumento utile, i bambini sono pienamente creativi. L’arte creativa, dei bambini come degli adulti, è riconducibile a una grande capacità combinatoria: si usano i mattoni delle proprie esperienze trasportandoli da un angolo all’altro, cioè da un contesto a un altro, inventando mondi nuovi e trasformando contemporaneamente i mattoni e gli angoli stessi. Per coltivare questa attività di trasformazione immaginativa, materiale o immateriale che sia, una delle condizioni migliori è la disponibilità di linguaggi e conoscenze a cui attingere: quanto più ricche sono le esperienze e conoscenze a cui ricorrere, tanto maggiori sono le possibilità di combinazioni fruttuose. In questo senso le acquisizioni e gli apprendimenti dei bambini, lungi dall’essere di per sé limitazioni o ostacoli, sono i mattoni della creatività.

Ma uguale importanza hanno le attività e i compiti a cui i bambini si dedicano: non sono favorenti quelle “facili” o routinarie, ma quelle libere, aperte a multipli sviluppi, impegnative e sfidanti in giusta misura. Ultima, ma fondamentale, condizione per la promozione di comportamenti creativi è che il team degli educatori sostenga e incoraggi consapevolmente tutte le manifestazioni dell’impegno e dell’azione dei bambini, in particolare di quelle che combinano immaginazione e ragionamento.


Roberta Cardarello – Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Università di Modena e Reggio Emilia


BIBLIOGRAFIA

Antonietti A., La creatività si impara. Metodi e tecniche per lo sviluppo del pensiero divergente a scuola, Giunti, Firenze, 2011.
Cardarello R., Il cappellino verde. Infanzia, creatività e scuola, Anicia, Roma, 2016.
Gariboldi A., Cardarello R. (a cura di), Pensare la creatività. Ricerche nei contesti educativi prescolari, Edizioni Junior – Spaggiari Edizioni, Parma, 2012.
Runco M.A., “Developmental trends in creative abilities and potentials”, in M.A. Runco, S.R. Pritzker, Encyclopedia of Creativity, Academic Press, San Diego, 1999, pp. 537-540.
Sternberg R.J., T.I. Lubart, “The concept of creativity: Prospects and paradigms”, in R.J. Sternberg (a cura di), Handbook of creativity, Cambridge University Press, New York, 1999, pp. 3-15.